Nel giorno del 338° genetliaco di Johann Sebastian Bach, 21 marzo 2023, a quarant’anni dalla scomparsa di Eduard Müller, l’Archivio musicale dell’Angelo di Milano vuole ricordare un impareggiabile organista di sostanziale e raffinata eleganza musicale.
40 anni fa, il 16 maggio del 1983, moriva a Bottmingen in Svizzera Eduard Müller, per molti anni organista della cattedrale di Basilea, interprete di numerosi concerti bachiani a Milano, presso la Chiesa Cristiana Protestante e soprattutto nella Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica (vedi il post Pensieri musicali per il tempo d’estate).
Lo vogliamo ricordare magistrale interprete, il 5 febbraio del 1974, dell’ottavo concerto bachiano, dei dieci previsti dell’opera per organo di Johann Sebastian Bach organizzati dagli Amici della musica nell’anno accademico 1973/74 (il programma sempre nel post citato).
Quel giorno, molti maestri, studenti e appassionati di musica organistica presenti a quella esecuzione pensarono che l’organo “G. Tamburini” della Cappella avesse subìto ancora un ulteriore restauro dopo quello realizzato dall’organaro G. Costamagna nel 1972. Si ebbe tale impressione soprattutto ascoltando l’interpretazione del notissimo corale di Johann Sebastian Bach Nun komm’ der Heiden Heiland BWV 599, che tutti gli studenti d’organo imparano ad apprezzare sin dai primi loro studi dell’organo.
In verità, il grande maestro svizzero aveva semplicemente utilizzato tra i 17 registri che aveva a disposizione quelli capaci di restituirci la vecchia melodia del corale “colorata” appena dal Flauto in XII 2’2/3 e sostenuta dal suono del bordone incalzato dal passo ritmico del Subbasso 16’ della pedaliera. La voce superiore contiene il vecchio canto d’Avvento in una linea melodica estremamente ricca di colori. Le altre voci formano il tessuto armonico ornando il cantus firmus. Questo amalgama armonioso delle voci è sostenuto dal basso sempre cadenzato. È con ragione che il musicologo Hermann Keller parla “di una bellezza fantastica di cui noi non potremo mai conoscere il fondo”.
Al mattino, durante il concerto per gli studenti, i presenti notarono l’eleganza della esecuzione della Sonata in trio BWV 525, tutta “giocata” con i registri da 8’ al primo, al secondo manuale e alla pedaliera. Tutto molto sobrio, a misura dell’acustica della cappella, che il professore di Basilea ha pensato, durante le prove, potesse diventare adeguata a ricreare il clima raccolto di una sala di studio e dove l’utilizzo degli strumenti esige precisione e grande concentrazione. Una vera lezione di stile ed eleganza appropriata.
Ognuna delle tre volte che ha suonato nella Cappella Sacro Cuore il grande maestro di Basilea ha sempre destato interesse per le sue singolari interpretazioni. Non è qui la sede adatta per dilungarci su una esecuzione “dorata” del corale Allein Gott in der Hӧh’ sei Ehr’ BWV 663, tratto dai 18 Corali di Lipsia, e neppure accennare al peso interno che il maestro di Basilea riservava alle singole note nelle fantastiche figurazioni del Preludio e fuga in si minore BWV 544.
Ma non è possibile trascurare un’annotazione a proposito del brano che ha preceduto il corale all’Allein Gott in der Hӧh’ sei Ehr’ BWV663: si tratta della “Tierce en taille” del Pièces en A Mi la majeur tratto da “Piéces du Premier Livre d’ Orgue” di Jean-François Dandrieu (1682 – 1738), organista francese contemporaneo di Bach, il cui colore intenso e smagliante del canto è dato dalla distanza armonica di decima con la voce principale del tenor che rende la melodia come un recitativo. Una tecnica armonica tutta francese che Bach predilige per il canto del corale Allein Gott BWV 663. Questo accostamento è stato in quel concerto alla Cattolica uno dei momenti espressivamente più raffinati dove l’interprete ci indicava una via musicologica precisa per proseguire il nostro percorso musicale a livello universitario.
Chi ha avuto la fortuna di seguire da vicino le prove e le esecuzioni all’organo di Eduard Müller sa quanto studio e genialità siano imprescindibili per essere all’altezza delle alte pagine organistiche da interpretare, a dispetto dei tanti marciatori di tastiere e pedaliere. che oggi abbondano in tante sedi organistiche di prestigio come conservatori e chiese rinomate per la bellezza e bontà dei loro organi.
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