Una preghiera devota e intensa per il nostro amico Erhard Andreas si leva alle ore 13 di sabato 15 giugno 2013 dalla piccola chiesa cimiteriale di Habel. Sono trascorsi esattamente sei mesi dalla scomparsa di Erhard (15 gennaio), ma le esequie, per sua volontà, dovevano essere celebrate con il canto del “suo coro” e della musica organistica e corale di Brahms, Allori, Bach per impreziosire il già bel canto dei corali dell’assemblea luterana. Così è stato. Alessio Corti ha introdotto il Gottesdienst funebre con il corale organistico O Welt, ich muss dich lassen, l’ultima pagina scritta da Brahms, pregna di poetica tenerezza e di un potere di commozione capace di trascendere la triste circostanza contingente. Nonostante gli accordi quasi singhiozzanti dell’ultima battuta, questo corale scritto in fa maggiore sembra voler invitare il credente alla speranza e a camminare nella nostra vita terrena con il passo disteso che proviene dalla calma del cuore. Il brano Christus factus est scritto da don Allori, anch’esso in fa maggiore, è la risposta del Coro all’atmosfera spirituale creata dal corale brahmsiano. È un mottetto a cappella simbolo della bella produzione polifonica del compositore sardo, assai stimata da Erhard. Dedicato a Wilhelm Krumbach, amico fraterno di Erhard, come per le esequie del professore di Landau (2 settembre 2005), questo canto è stato intonato dal coro con forte commozione: una preghiera accorata con quel timbro corale inconfondibile che è proprio dell’impasto vocale unico di questo brano. Ma è il lied spirituale di Johann Sebastian Bach Komm, süßer Tod (Vieni, dolce morte) a penetrare dolcemente nell’afflizione del cuore dei presenti; ed è vera commozione sino alle lacrime. Il passaggio della morte è amaro come non potrebbe esserlo alcun altro, ma è anche il momento in cui l’uomo può contemplare l’esperienza viva del distacco dalla propria vita. La severa ritualità funebre protestante, tende ad accentuare “agostinianamente” questa amarezza affinché l’uomo possa far debita memoria del significato ultimo della morte. Il sermone del Pastore, la commemorazione scritta a nome del coro dal direttore e letta in lingua tedesca da Bruno, componente del coro, e il canto finale di Brahms Geistliches Lied per coro e organo, hanno costituito altrettanti momenti di profonda partecipazione al rito. La parte più toccante si è svolta all’aperto, nel cimitero attiguo alla chiesa. Una dolce collina con sullo sfondo i boschi della Rhön. Un luogo che sollecita la nostra mente, nel pensare alla nostra pace eterna, a eleggere quello spazio come “luogo ideale” per le nostre spoglie. L’urna con le ceneri di Erhard viene calata nella nuda terra dove già riposano i suoi genitori. Sua moglie Carola, suo figlio Sebastian, i parenti stretti e gli amici, dopo il canto Christ ist erstanden (Cristo risusciti in tutti i cuori), gettano terra e petali di rosa sopra l’urna interrata. Il profondo silenzio di un paesaggio naturale stupendo, specchio di un paesaggio interiore che in quel momento era avvertito da tutti i presenti, è stata sicuramente la musica più profonda che si doveva dedicare a Erhard, nostro amico e fratello. J. S. Bach, Phantasie und Fuge in A-moll BWV 904 J. S. Bach, Phantasie „Pièce d’Orgue“ BWV 572 Alessio Corti, organo |
Ein frommes und inniges Gebet für unseren Freund Erhard Andreas wurde am Samstag, dem 15. Juni 2013, um 13 Uhr in der kleinen Friedhofskirche zu Habel gehalten. Es sind genau fünf Monate seit dem Ableben Erhards (15. Januar) vergangen, jedoch sollte seine Beerdigung auf seinen Wunsch mit dem Gesang „seines“ Chores und der Orgel- und Choralmusik von Brahms, Allori und Bach zelebriert werden, um damit die an sich schon schönen Melodien der lutherischen Choräle zu verfeinern. Und so geschah es. Der Organist Alessio Corti leitete den Gottesdienst mit dem Orgelchoral „O Welt, ich muss dich lassen“ ein, der letzten von Brahms komponierten Partitur voller poetischer Zärtlichkeit und Rührung, die über den traurigen Umstand hinweg reichte. Trotz der fast schluchzenden Akkorde des letzten Taktes, scheint dieser Choral in F-Dur den Gläubigen zur Hoffnung und dazu aufzufordern, mit ruhigem Schritt unsere irdischen Wege zu gehen. Das Choralstück „Christus factus est“, das von Pietro Allori ebenfalls in F-Dur geschrieben wurde, ist die Antwort des Chores auf die von dem Brahmsschen Choral geschaffene geistliche Atmosphäre.Es handelt sich um eine A-Cappella-Mottette, die als Symbol der polyphonischen Produktion des von Erhard hoch geschätzten sardischen Komponisten gilt. Dieses Lied, das dem brüderlichen Freund Erhards, Wilhelm Krumbach, von Allori gewidmet und auch bei seiner Trauerfeier vom Chor gesungen wurde, hat der Chor mit tiefster Rührung aufgeführt und der unverwechselbare Vokalfarbe und einmaligen Linienfusion besonderen Ausdruck verliehen.Es ist jedoch das geistliche Lied Johann Sebastian Bachs „Komm, süßer Tod“, das sanft in die betrübten Herzen der Anwesenden drang und die Rührung in Tränen verwandelte. Der Übergang durch den Tod kann zwar bitter wie kein anderer sein, jener Augenblick kann jedoch vom Menschen als Erlebnis des Abschieds von seinem Leben betrachtet werden.Die nüchterne evangelische Trauerliturgie unterstreicht diese Bitterkeit im „augustinischen“ Sinne, damit der Mensch an die innere Bedeutung des Todes erinnert wird.Die Predigt des Pfarrers, die im Namen des Chores vom Chorleiter geschriebene und von einem Chormitglied in deutscher Sprache vorgetragene Andacht und das „Geistliche Lied“ von Brahms für Chor und Orgel als Schlussgesang waren weitere Momente der tiefen Beteiligung an dem Trauerdienst. |
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