Caro Padre Bruno,
lei è in Paradiso, ma il mio cuore e quello di quanti l’hanno conosciuta a San Pietro di Sorres oggi non ce la fa proprio a reggere l’emozione tristissima della sua morte.
Se poi affiora alla memoria la sua figura sempre così confidenziale, un sentimento di profondissima tristezza morde impietosamente l’anima. E il ricordo di quanto insieme vissuto nel clima spirituale di San Pietro di Sorres, porta immediatamente alle lacrime.
In questo momento di grande scoramento e smarrimento umano che in tantissimi stiamo vivendo, non possiamo far altro che stringerci, con la preghiera e l’affetto di cui siamo capaci, attorno ai monaci della sua comunità. Dobbiamo però chiederle di aiutarci dal Paradiso ad amare ancora più intensamente la Comunità benedettina di Sorres che Lei, con inimitabile entusiasmo e fortissima passione ha servito.
Arrivederci, padre Bruno!
Milano 17 gennaio 2014
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Il canto prediletto
Dolci lacrime scorrevano sul viso di padre Bruno quando, durante la S. Messa dei convegni musicali liturgici che per anni hanno avuto luogo nel monastero di Sorres, l’assemblea formata dai coristi partecipanti veniva introdotta e guidata dall’organo per il canto del
Pange lingua gloriosi
di don Pietro Allori
Pange, lingua, gloriosi corporis mysterium,
sanguinisque pretiosi, quem in mundi pretium
fructus ventris generosi rex effudit gentium. Amen
Questo canto a una voce ormai divenuto popolare in Europa — è stato eseguito anche ad Arnstadt presso la Chiesa di Bach nel luglio del 2007 — tocca il suo culmine emotivo alle parole “fructus ventris generosi”. Qui le note dell’inno composto da don Allori, riproducono alla parola “generosi” il nome B.A.C.H., una “sigla” che corrisponde nella notazione musicale tedesca alle note si bemolle, la, do, si naturale. Le parole associate a questi suoni assumono una espressività liturgica davvero singolare.
Per padre Bruno, che confessava candidamente i suoi inevitabili pianti ogni qual volta ascoltava o cantava egli stesso quest’inno, era la sintesi più profonda del mistero della SS. Eucaristia: il corpo e il sangue di Gesù Cristo sotto le specie del pane e del vino; quel Corpo che fu crocifisso e quel Sangue che fu versato sul calvario per riscattare gli uomini dalla schiavitù del peccato.
Il testo di san Tommaso d’Aquino, induce a sentire profondamente ed esprimere con bellezza il mistero eucaristico. Ma padre Bruno trovava che in quell’inciso il pensiero del corpo e del sangue di Cristo richiamasse alla mente anche colei che verginalmente ha formato questo corpo e ha trasfuso questo sangue: Maria Santissima. E proprio la parola “generosi” gli sembrava esprimere la nobiltà e la magnanimità di Dio attraverso Maria. Nobilissimo fu il virgineo seno di Maria perché ella proveniva dalla più gloriosa stirpe reale, magnanima la giovane donna nella sua docilità e prontezza a sacrificare per noi, obbedendo alla volontà di Dio, il dolcissimo suo figlio Gesù.
Padre Bruno, devotissimo a Maria, aveva nel profondo del suo cuore questi sentimenti teologici che la musica di don Allori, con il quale ora gioisce in Cielo, evoca con intensa commozione.
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