Riflessione musicale per la sera di Pasqua
“Rimani con noi, Signore, perché si fa sera» (cfr Lc 24,29). Fu questo l’invito accorato che i due discepoli, incamminati verso Emmaus la sera stessa del giorno della risurrezione, rivolsero al Viandante che si era ad essi unito lungo il cammino. Carichi di tristi pensieri, non immaginavano che quello sconosciuto fosse proprio il loro Maestro, ormai risorto. Sperimentavano tuttavia un intimo «ardore» (cfr ivi, 32), mentre Egli parlava con loro «spiegando» le Scritture. La luce della Parola scioglieva la durezza del loro cuore e «apriva loro gli occhi» (cfr ivi, 31). Tra le ombre del giorno in declino e l’oscurità che incombeva nell’animo, quel Viandante era un raggio di luce che risvegliava la speranza ed apriva i loro animi al desiderio della luce piena. «Rimani con noi», supplicarono. Ed egli accettò. Di lì a poco, il volto di Gesù sarebbe scomparso, ma il Maestro sarebbe «rimasto» sotto i veli del «pane spezzato», davanti al quale i loro occhi si erano aperti”.
Dalla lettera apostolica “Mane nobiscum Domine” di Giovanni Paolo II (Ottobre 2005)
Joseph Rheinberger: Bleib bei uns – Motette für 6-stimmigen gemischten Chor
Coro dell’Università Cattolica diretto da Angelo Rosso
(Festliche Orgeltage im Mosselland 1994 – 5 giugno, Chiesa parrocchiale di Hambuch (Eifel)
Cenni sulla composizione
“In generale, ho più piacere e talento per scrivere le composizioni sacre piuttosto che le altre”
E’ quanto scrisse Josef Gabriel Rheinberger ai suoi parenti nel 1853 quando aveva 14 anni. In effetti questo compositore originario del Liechtenstein – piccolo Stato racchiuso tra la Svizzera (Canton San Gallo e Canton Grigioni) e l’Austria – dedicò gran parte della sua opera alla musica sacra.
Il mottetto ”Bleib bei uns, Herr” (Rimani con noi, o Signore) scritto per 6 voci a cappella fu composto quando Rheinberger aveva appena 16 anni, nel 1855, durante i suoi studi a Monaco di Baviera. Questo canto religioso per la sera (Abenlied), ispirato dalle parole del Vangelo di Luca (24,29), impressiona per il suo carattere altamente interiore e meditativo, risultato di un flusso armonico semplice e regolare.
Venne pubblicato a Berlino nel 1873 dall’editore Simrock, ed è l’ultimo dei tre canti religiosi che costituiscono l’op. 69 (gli altri due sono un Morgenlied a 6 voci e un Inno a 5 voci).
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