Casa Allori, 31 maggio 2015, ultimo giorno del mese dedicato alla Madonna, sempre ricordato con grande devozione da nonna Maria Pitzeri e dall’intera famiglia. Quest’anno, 30° anniversario della morte di don Allori, una ricca fioritura dei due cespugli di melograno presenti nel giardino, sembra voler sottolineare la particolare ricorrenza.
La presenza del melograno nel piccolo giardino è semplicemente decorativa ma, nella vita quotidiana della famiglia Allori, ieri come oggi, è simbolo di una particolare devozione per la Vergine Maria e per alcune sue feste, in primis quella della Madonna Assunta in cielo.
Come è noto, nella simbologia più arcaica, il melograno era allegoria sia della vita che della morte collegate tra loro da un filo sottilissimo. Ma nel vissuto di Casa Allori è sempre stata preferita quella di immagine di un frutto che rappresenta lo splendore della vita, la sua energia, fecondità e l’augurio di salute e laboriosità.
Don Allori, come i grandi pittori del XV secolo, Botticelli, Pinturicchio ed altri – celebri sono nella storia dell’arte i loro dipinti della Madonna della melagrana – nella sue composizioni polifoniche dedicate alla Santa Vergine, nell’immagine di Maria legata alle bellezze della natura, sembra scorgere il senso della condizione celeste durante l’esistenza terrena.
La Madonna, vera e propria regina degli Angeli, così come la venera don Allori nella sua bellissima composizione a quattro voci miste O Regina degli Angioli – il testo è un mirabile sonetto di Giovanni Boccaccio – riceve da Casa Allori, quest’anno, l’omaggio di una splendida fioritura dei cespugli di melograno, e un canto alla sua dolce persona nell’ultimo giorno del mese di maggio.
«O Regina degli angioli, o Maria, / ch’adorni il ciel con tuoi lieti sembianti, / e stella in mar dirizzi i naviganti / a porto e segno di diritta via, / per la gloria ove sei, Vergine pia, / ti prego guardi a miei miseri pianti; / increscati di me, to’mi davanti / l’insidie di colui che mi travia.
Io spero in te e ho sempre sperato: / vagliami il lungo amore e riverente, / il qual ti porto e ho sempre portato.
Dirizza il mio cammin, fammi possente / di divenir ancora dal destro lato / del tuo Figliuol, fra la beata gente»
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