Chiesa di San Sepolcro – Milano
Una chiesa legata a grandi momenti di storia ecclesiale milanese
è stata scelta per la presentazione del libro
L’ARPA DI DAVIDE
scritti musicali di padre Fernando Vittorino Joannes ofm
a cura di Daniele Vinci
PFTS University Press, Cagliari 2015
Sabato 21 maggio 2016, ore 19.30

San Sepolcro con la vecchia facciata e i vecchi campanili
Brevi notizie storiche
La chiesa venne fondata come privata nel 1030 con il titolo di Santissima Trinità dal Magister Monetæ Benedetto Ronzone o Rozone, maestro della Zecca, e costruita su un terreno della famiglia dello stesso nei pressi della sua abitazione.
Il 15 luglio 1100, in piena epoca di Crociate, l’arcivescovo di Milano Anselmo da Bovisio – nel giorno delle celebrazioni del primo anniversario della spedizione crociata lombarda che nel 1099 prese Gerusalemme e alla vigilia della seconda spedizione del 1100 – ridedica la chiesa della Santissima Trinità al Santo Sepolcro di Gerusalemme, proprio per via dell’importanza assunta in quegli anni dai luoghi santi (lo stesso Anselmo parteciperà e morirà nella Crociata del 1101). La chiesa viene pesantemente rimaneggiata al fine di conferirle le forme del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
I rimaneggiamenti sono d’altronde tantissimi nel corso dei secoli, a partire dall’aggiunta dei due campanili nel corso del XII secolo.
La chiesa di San Sepolcro fu eletta nel 1578 da Carlo Borromeo a sede principale della congregazione degli Oblati dei santi Ambrogio e Carlo da egli stesso fondata; lo stesso Borromeo istituì la cerimonia del Santo Chiodo che, annualmente, si snoda dal Duomo a San Sepolcro.
Nel 1605 Federico Borromeo chiamò l’architetto Aurelio Trezzi a trasformarne l’interno alla maniera barocca e fece erigere al fianco e nel retro della chiesa la Biblioteca Ambrosiana.
La chiesa fu poi ulteriormente modificata e restaurata tra il 1713 e il 1719.
La cripta
La cripta della Chiesa del Santo Sepolcro di Milano, chiesa sotterranea legata alle memorie di Gerusalemme e della Terra Santa, recentemente riaperta dopo 50 anni di studi e restauri (11 marzo 2016), fu riedificata dopo la prima Crociata. Fu studiata da Leonardo da Vinci e san Carlo ne fece un luogo di preghiera sul Mistero della Passione di Cristo, mentre il cugino Federico Borromeo vi costruì attorno la Biblioteca Ambrosiana.
La cripta è uno dei luoghi più antichi della città e si trova sull’antico incrocio romano di cardo e decumano: la pavimentazione, costituita da ampie lastre di pietra bianca molto resistente, detta ‘di Verona’, proviene dal lastricato dell’antico foro romano del IV secolo che rappresentava la piazza principale della civitas romana, dove si svolgevano le maggiori attività civili e religiose.
Principali opere d’arte presenti
Al centro della zona ipogea è posto un grande sarcofago, raffigurante in rilievo il sepolcro di Cristo, opera di un maestro campionese del primo Trecento. Secondo la tradizione al suo interno fu deposta la terra prelevata dai crociati a Gerusalemme, insieme ad altre reliquie provenienti dai luoghi santi d’oltremare.
Davanti al sarcofago è posta una statua policroma secentesca raffigurante san Carlo Borromeo.
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“[…]Fuori, nella notte, coloro che si sono fermati all’invito dell’ O vos omnes, “O voi tutti che passate, fermatevi”, rievocano, narrano, semplicemente, i fatti. E’ il responsorio Sepulto Domino. Le voci dialogano tra di loro così: “Hanno sepolto il Signore, sigillato il sepolcro; hanno posto i soldati di guardia”: Null’altro. La tensione drammatica dell’Ufficio delle Tenebre si stempera ora nella cronaca. Ma è cronaca colma di presentimenti. Le voci gravi, profonde, iniziano il racconto che si amplia poi a tutte le voci. […] (da L’ARPA DI DAVIDE, pag. 290.)
Pietro Allori, Sepulto Domino, AP 247 (registrazione del 9 aprile 1995, Basilica di Sant’Ambrogio, Coro dell’Università Cattolica diretta da Angelo Rosso)
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