Don Allori fa corpo
con la sua gente,
fa corpo con le emozioni
e le tradizioni sacre
e le memorie culturali
di quello stesso popolo quando dilaga pregando lungo le strade di IglesiasFede Murgia
La nostra memoria tende a selezionare il passato e a evidenziare certi tratti tipici e ben riconoscibili di un ambiente storico, soffermandosi volentieri sui ricordi legati a quelle personalità che con il loro vissuto hanno cercato di mettere in risalto la bontà di significativi aspetti individuali e collettivi del loro mondo.
Significativi per una comunità sono i ruoli educativi che permangono genuinamente nella coscienza collettiva attraverso gli anni.
La memoria, dice sant’Agostino, possiede una forza notevole, ovvero quella volontà che induce l’uomo a identificare le benemerenze di tutte le persone che si sono distinte nel praticare il bene collettivo.
Si tratta di quella volontà che ci permette di riannodare i fili del passato, inserendoli nelle vicende di queste stesse persone e nella trama della loro vita quotidiana, dalla quale emergono preziosi disegni legati alla promozione costante della dimensione spirituale e morale nella vita comunitaria.
È sicuramente per tale motivo che a partire dal 1986 la parrocchia e il Comune di Gonnesa si adoperano per assicurare, nella storia della comunità, il ricordo di don Pietro Allori come sacerdote e musicista, ma soprattutto come “maestro di vita”.
Fu proprio un sindaco, il sindaco Eugenio Poncellini che, durante la prima commemorazione ufficiale a Gonnesa della figura di don Allori, nell’Aula consiliare del municipio (domenica 2 novembre 1986) sottolineò quest’ultimo aspetto: «per noi,» disse, «ricordare don Pietro Allori significa ricordare un maestro di vita, un artista intelligente e colto, la cui cultura è lievitata tra la sua gente e la sua terra; per la sua gente e la sua terra, ha raggiunto vette altissime con la musica per la completa realizzazione della sua personalità, della sua missione sulla terra, ma soprattutto per la gioia di chi, come noi, può godersi le sue belle armonie che restano a segnare in modo indelebile il passaggio sulla terra di un uomo che ha contribuito in modo eccelso a elevare il tono spirituale della incerta e travagliata esistenza dei suoi simili.»
Sì, don Allori è il musicista-poeta delle belle armonie scaturite spesso dalla silenziosa contemplazione della natura e dal sentimento di amicizia che guidava le sue profonde relazioni umane nel suo vissuto storico.
La professoressa Fede Murgia, collega di don Allori al Liceo Scientifico di Iglesias, con un suo scritto per ricordare i vent’anni della morte (2005), ci fornisce la chiave per comprendere meglio il perché di questo secondo atto pubblico del Comune di Gonnesa nei confronti di don Allori a oltre trent’anni di distanza:
«Già nella realtà concreta del territorio d’origine, l’iglesiente montuoso e marino, terra drammatica di miniere e di minatori, don Allori fa corpo con la sua gente, riconoscendola come esemplare emblematico di una umanità dolente e travagliata, una società con tante vittime del sacrificio esistenziale, che il sacerdote avvolge in uno sguardo di struggente simpatia. E fa corpo con le emozioni e le tradizioni sacre e le memorie culturali di quello stesso popolo, quando dilaga pregando lungo le strade di Iglesias, celebrando,, recitando, con i suoi costumi antichi, e interpretando e trasfondendosi nella liturgia della Settimana Santa, la liturgia della Passione. […] a conforto dell’uomo, don Allori intona il canto del Golgota, modulando la sofferenza e la compassione al cospetto del topos del suo cuore mediterraneo, l’arco polifonico della costa che va dal golfo mistico di Gonnesa, con l’orchestra al fondo, che accorda responsori e lamentazioni, alla spiaggia di Iglesias, a Fontanamare, frastagliata, blu di fondali a picco, e iridescente di emozioni di spiagge argentee. Lo spettacolo, di una bellezza composita, selvaggia e dolce, che si prolunga svariando nella terra ferma, bucata dalle discontinuità delle miniere, sembra proporsi come metafora dell’interiorità a più voci del sacerdote artista […]» (da Il silenzio al singolare, pubblicazione a cura del Coro e Amici della Musica dell’Università Cattolica – Milano 2010).

La chiesa di Gonnesa nel 1700 (acquerello – Casa Allori)
La piazza di Gonnesa che viene intitolata a don Allori per decisione dell’attuale amministrazione comunale, e che testimonia l’omaggio più sentito della cittadinanza di Gonnesa che ebbe inizio con l’iscrizione commemorativa apposta nella facciata di Casa Allori (via Gramsci 158) il 2 novembre del 1986, recherà questa scritta:
Piazza don Pietro Allori, sacerdote-musicista
Sia il sindaco Poncellini, data la sua personale conoscenza della elevatezza e autorevolezza della personalità di don Allori, sia l’attuale sindaco di Gonnesa Hansel Cabiddu, nel cogliere la costante forza di memoria che la figura di don Allori evoca nella comunità civile e religiosa di Gonnesa oggi più di ieri, nel decretare a nome della cittadinanza un così alto omaggio, sono stati mossi dalla convinzione che in don Pietro Allori non sia possibile scindere il sacerdote dal musicista soprattutto perché «[…] gran parte della sua produzione è musica liturgica, corale, […] e don Allori, da par suo, ha tracciato un sentiero di dolci note musicali che avvicina gli uomini a Cristo e lo ha fatto compiendo nel migliore dei modi la propria missione sacerdotale, ma rendendo tutto più sublime grazie al suo “innato” senso della musica» (Eugenio Poncellini).
Per questo far memoria significa rintracciare quei segni e quelle azioni concrete proprie dell’operare di don Allori come sacerdote e musicista nei contesti in cui ha vissuto, ma soprattutto in quello in cui è nato e cresciuto e ha maturato il proposito di essere a servizio della Chiesa, della società civile tramite l’arte musicale.
La forza della memoria è come una corda che, dopo essere stata toccata da una sensazione, continua a vibrare. L’opera sacerdotale e artistica di don Allori è stata la testimonianza a Gonnesa e a Iglesias di un personaggio la cui dimensione etico-sociale è stata sempre fedeltà e verità verso i veri valori di coerenza cristiana e mai ossequio a quel frammentario comportamento sociale di chi insegue percorsi di prestigio sia in ambito ecclesiastico che in quello artistico.
L’intitolazione da parte del comune di una piazza a don Allori oltre a essere espressione di stima e onore verso una personalità singolare, valorizza retrospettivamente la dedica che Antonio Serra – l’autore di Gonnesa, unico libro pubblicato sino a oggi sulla cittadina mineraria – ha scritto sul frontespizio della copia dedicata e consegnata dall’autore a don Allori.
“A don Allori,
dotto sacerdote
e stimato cittadino.
Con rispetto”.
Bastano già queste semplici attestazioni di riguardo per disegnare un preciso profilo umano, artistico e spirituale di don Pietro Allori agli occhi di un cittadino appassionato di Gonnesa come fu Antonio Serra.
Angelo Rosso
Pietro Allori, L’Orto degli Ulivi, per chitarra AP1252 (1972), chitarrista Marta Meloni

Programma di sala del concerto svoltosi nel 1974 con la prima esecuzione assoluta della composizione di don Allori, L’Orto degli Ulivi (quinto brano del programma del concerto su indicato)
Discussione
I commenti sono chiusi.