Nella dolce penombra della bellissima chiesa di San Fedele a Como, alle 11 precise, al termine della recita del Santo Rosario, il Larghetto dal Quintetto per clarinetto e archi di Mozart K 581 inizia a diffondersi lungo la navata: è una musica capace di commuovere immediatamente il cuore e colpire le profondità più riposte dell’animo dei tanti presenti. Di tutte le musiche, sia liturgiche sia puramente strumentali, scelte con grande competenza per le esequie del maestro Marco Rossi, queste pagine mozartiane sono risultate le più adeguate a trasmettere l’esperienza musicale preziosa del maestro friulano, ovvero quella sua naturale capacità di gettare lo sguardo e il cuore oltre l’ostacolo. Una qualità che Mozart seppe incarnare nella sua breve esistenza e trasfondere nella propria opera.
La scelta del brano mozartiano come introduzione delle belle esequie musicali si è rivelata quanto mai appropriata per sottolineare la profonda stima che i tanti musicisti, professionisti e non, convenuti in San Fedele hanno tributato al maestro Marco Rossi.
Nelle parole – forse un po’ troppe per i gusti di Marco – spese per ribadire il suo modo di “stringere, o meglio serrare i tempi”, alla ricerca di una incisività in ambito sia didattico sia interpretativo, non sono mancate le sottolineature sulla sua vocazione e generosità nell’affrontare molte sfide in una sola volta.
I canti della Messa, scelti secondo la scuola del noto liturgista-musicista comasco don Felice Rainoldi, grazie alla pubblicazione di un libretto-guida contenente le musiche, hanno consentito ai tanti musicisti presenti di unirsi al coro in una liturgia davvero partecipata e commossa.
Proprio quello che Marco ha sempre cercato di praticare nella sua eccellente testimonianza di musicista autentico a servizio della vera musica.
W.A. Mozart, Quintetto per clarinetto K581 in la maggiore (Larghetto)
Hans Deinzer, clarinetto; membri del Collegium Aureum diretti da Franzjosef Maier
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