La Fantasia in sol maggiore, BWV 572, nota anche come Piece d’orgue, è un brano organistico scritto da Johann Sebastian Bach presumibilmente nei primi anni di Weimar. È diviso in tre sezioni: Très vitement, Grave, Lentement.
La sezione iniziale, a una sola voce e apparentemente assai affine a un assolo per strumento orchestrale, è di stile libero e toccatistico, prevalentemente basata su figurazioni arpeggiate.
Il Grave è una estesa pagina di polifonia a 5 voci, dall’andamento severo e solenne, che ricorda molto da vicino, sia per il materiale tematico, sia per la sua stessa struttura, i movimenti di “plein jeu” (organo pleno) delle messe francesi sei-settecentesche. In questo movimento centrale Bach esplora il tema in tutte le varianti contrappuntistiche possibili; dalla tonalità iniziale di sol maggiore il brano modula gradualmente in tonalità sempre più lontane, terminando con una cadenza sospesa.
La terza sezione è nuovamente di carattere virtuosistico (in essa si susseguono, infatti, sestine dei trentaduesimi). È una pagina ricca di cromatismi. La battuta iniziale riprende l’accordo che chiudeva il “grave”, spezzandolo in arpeggio. Il brano si snoda per arpeggi modulanti, sotto i quali il pedale esegue una scala cromatica. Dopo una serie di battute interamente giocate su di un pedale di dominante, la Fantasia giunge ad una serena e potente conclusione nella tonalità di riferimento.
Questa fantasia bachiana ben si addice ad esprimere il clima gioioso e solenne del giorno di Pasqua.
Viene qui proposta nell’interpretazione di Eduard Müller all’organo Silbermann del Duomo di Arlesheim. Eduard Müller fu organista dal 1970 al 1983 nella cattedrale di Basilea e pioniere – insieme ad August Wenzinger – della prassi esecutiva della musica antica. Più volte, negli anni ’70, ha interpretato a Milano indimenticabili concerti sugli organi “Tamburini” della Chiesa Cristiana Protestante di Via De Marchi e della Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica. La sua interpretazione del Piece d’orgue di Giov:Sebast: Bach BWV 572 è interna allo stile dei compositori francesi come De Grigny e D’Anglebert che Bach aveva scoperto e assai apprezzato durante il suo soggiorno a Lüneburg (1700-1703). Eduard Müller – è stato anche un eccellente esecutore al cembalo – interpretava con raffinata maestria le pagine dei grandi compositori francesi: De Grigny, Lebègue, Corrette, Raison, Dandrieu, Clérambault.
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