Una semplice, ma limpida melodia inizia a risuonare nella misteriosa atmosfera notturna della bella Basilica romanico-pisana del monastero benedettino di San Pietro di Sorres.
La voce del violino, accompagnata dalla chitarra che assomiglia più ad un liuto, intona un Cantabile per chitarra nella tonalità di do maggiore di don Allori, il compositore sardo assai apprezzato a Sorres per la delicatezza del suo musicare la parola di Dio.
L’affetto spirituale di questo Cantabile si dispiega in un suono raccolto non privo di una vena malinconica mista ad un’ansia di dolcezza e serenità. Ascoltando con attenzione questo brano nell’affascinante penombra della basilica, ci si accorge di essere immersi in un clima spirituale dove voci, suoni, silenzi, e – quella sera soprattutto – il canto in canone di due civette (sas zoncas) sopra il tetto della chiesa, evocano emozioni e passioni di un tempo antico.
Memorie superstiti affiorano grazie a quel suono casto del violino che infrange il silenzio monastico delle tenere e confidenziali ore della notte.
Si avverte il gusto e tutto il sapore di quest’aura notturna che dispone l’anima alla quiete. Più che un ascolto questa musica esorta ad una invocazione a Dio.
…E sono ricordi d’affetti e memorie di persone care ad attraversare la mente.
Mentre le note appena pizzicate della chitarra ritmano un dolce camminare del tempo, il disegno melodico del violino accarezza la nostra anima con garbo adeguato e antica grazia.
Lontananze remote continuano ad avvicendarsi e… il sonetto musicale di don Allori seguita ad accarezzare i nostri più teneri sentimenti di gioia quieta.
È un vero incantesimo dell’anima quello che ci è stato dato di vivere, in quel momento, nel monastero benedettino di San Pietro di Sorres.
P. Allori (1925-1985), Cantabile AP 1446
Alessio Manca, violino; Gabriele Loriga, chitarra
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