Quanti sentimenti sa suscitare la musica quando la leghiamo ai ricordi più profondi delle persone care, quelle che sono a noi presenti e che rivediamo con gli occhi del cuore.
C’è tanta malinconia in questo fine novembre 2019 e non per il clima sociale sempre più disordinato e denso di fragilità che ci è dato di vivere, ma perché un caro e generoso amico, il maestro Marco Rossi, proprio un anno fa se ne andava all’improvviso.
Il ricordo è vivo e presente proprio attraverso la musica legata all’esperienza di un maestro eclettico quanto profondo nell’interpretare repertori poco frequentati ma di spessore musicale schietto e autentico.
Un anno fa l’Archivio musicale dell’Angelo di Milano aveva commemorato il maestro Marco Rossi sul suo sito con l’arte di Mozart – il Larghetto tratto dal Quintetto per clarinetto K.581 interpretato dai membri del Collegium Aureum diretti da Franzjosef Maier, nostro personale amico – lo stesso brano eseguito da alcuni colleghi di Marco del Conservatorio di Como all’inizio delle esequie nella chiesa di San Fedele.
Oggi vogliamo ricordarlo con la bella Pastorale op. 26 di Alexandre Guilmant, scritta per harmonium e pianoforte, i cui suoni, oltre a essere nelle corde più genuine della sensibilità musicale di Marco, intendono essere per noi memoria viva dei valori artistici che il maestro e amico ha servito e seminato con tanta passione, competenza e indicibile generosità.

Cripta dell’Università Cattolica di Milano Marco Rossi e Angelo Rosso durante un convegno musicale nel novembre 1994
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