Nella raccolta “Brevi composizioni organistiche per la liturgia” di Pietro Allori (Ed. La Bottega discantica di Milano) si trova un brano brevissimo dal titolo Benedizione (AP 1185).
E’ un andante a tre voci scritto nella tonalità di fa minore (quattro bemolli in chiave) pensato per il momento in cui il celebrante durante la Benedizione eucaristica solleva l’ostensorio che racchiude il corpo del Signore per tracciare sui fedeli il segno di croce.
Una breve frase musicale di carattere meditativo, pensata per favorire un più intenso raccoglimento mentre si chiede a Dio misericordia.
Una formula musicale a lode della bontà di Dio e a implorazione del suo aiuto. Un brano di devozione e di ringraziamento per i favori che Dio effonde sui fedeli: salute, protezione e pace nelle famiglie.
Don Allori, durante il suo ministero di viceparroco di Gonnesa (1951 – 1954), più volte aveva sollevato l’ostensorio sui fedeli della sua parrocchia d’origine celebrando la quotidiana Benedizione eucaristica dopo la recita del Santo Rosario. Sapeva bene che quella Benedizione è atto in virtù del quale la grazia divina scende sui fedeli per impetrazione della Chiesa.
Da tale consapevolezza è scaturita questa sua brevissima composizione organistica così raccolta e condensata in armonie semplici ma solenni, ricche di dissonanze che trascolorano subitaneamente ora in modo maggiore, ora minore mediante brevi ritardi armonici che rimandano alle “durezze e ligature” di impronta frescobaldiana.
Una composizione, che per il suo senso compiuto, era tanto stimata dal prof. Wilhelm Krumbach che volle inserirla, nonostante la sua brevità, tra le opere organistiche di don Allori da lui registrate nel 1995, nel decennale della morte di don Allori, presso l’organo “Giov. Tamburini – 1938” della Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica di Milano.
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