Con grande rammarico e infinita tristezza solo oggi, 30 marzo 2022, l’Archivio ha appreso occasionalmente da una pagina internet la notizia della scomparsa di Egidio Saracino, avvenuta a Castellaneta il 18 novembre 2020. Durante la preparazione di una nota sulla polifonia di don Allori per il tempo di Passione – servendoci delle pagine critiche scritte dal noto saggista, docente e per tanti anni critico musicale del quotidiano cattolico Avvenire – l’Archivio ha appreso la triste notizia scoprendo improvvisamente che un amico di lunga data del direttore e dei componenti dell’Archivio musicale dell’Angelo ci aveva lasciati, nel silenzio.

Egidio Saracino ha analizzato e scritto con competenza critica e convinta passione, amandola profondamente, sull’intera opera compositiva di don Allori. Vogliamo ricordarlo con le sue parole, tratte da alcune note scritte nel giugno del 2008 in occasione del XXX di fondazione del Coro dell’Università Cattolica e pubblicate nel libro curato da Giacomo Baroffio, L’arte del canto liturgico.
“Infine lasciatemi scrivere qualcosa di personale. Poco meno di trent’anni dura intatta la mia amicizia con il Coro e con Angelo Rosso. Anche questa per me è ricchezza che appartiene al mio tempo e alla mia memoria. Angelo sa di aver conservato un Kyrie a due voci di Pietro Allori per me e per il mio tempo ultimo, per il mio transire ad vitam dell’eterno presente. Ma oggi è tempo di festa e di memoria.”
Il Kyrie della messa cui si riferisce Egidio è quello della messa Dirige gressus meos, facilissima e popolare a due voci, scritta da don Allori a Iglesias nel 1958 in onore della Madonna del Buoncammino.
In sottofondo state ascoltando il Kyrie e il Sanctus di quella messa, che lo commuoveva per la schietta e autentica melodicità popolare.
“[…] Non si comprenderà mai abbastanza il significativo lascito musicale – e polifonico in particolare – del sacerdote Pietro Allori che fu maestro di cappella della Cattedrale di Iglesias.
Egidio Saracino, “Ѐ tempo di festa e memoria” – da “L’arte del canto liturgico” a cura di G. Baroffio. Ed. ISU.Università Cattolica, 2008
Il segno del canto di Allori ha varcato i confini della Sardegna, trovando la manifestazione piena, nelle navate di Sant’Ambrogio a Milano e in tutte le altre occasioni – tra cui le indimenticabili settimane agostane di San Pietro di Sorres – in cui il Coro diretto da Angelo Rosso si è fatto interprete filologicamente unico.
Ma l’Allori di Angelo Rosso non si è fermato a Milano. Ѐ approdato in Europa, nella Germania del compianto Wilhelm Krumbach come nell’Inghilterra del Pro Cantione Antiqua. […]
La memoria di don Pietro è nel lascito incommensurabile della sua musica e delle tematiche profondamente vissute che quella musica lascia scoprire. Ne cito solo due: la devozionalità mariana e il corpus di polifonie legate alla liturgia della Settimana Santa. […] La diffusione della polifonia di Allori va continuata proprio come una sorta di apostolato artistico. Ma vanno intraviste anche altre strade per far giungere Allori alla piena valutazione musicologica, quella dell’analisi critica delle forme e dei contenuti musicali delle sue composizioni.”
Queste riflessioni di Egidio Saracino sollecitano coloro che, soprattutto in Sardegna, si dedicano allo studio delle musiche di don Allori, a un impegno rigoroso nello studio della sua polifonia nonché alla comprensione piena del significato della sua intera produzione musicale.


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