Ci soffermiamo ancora sulla figura e gli scritti del giornalista e musicologo deceduto il 18 novembre 2020 per ricordare l’analisi profonda e completa che Egidio Saracino seppe fare dell’opera di don Pietro Allori.

Già in passato, attraverso le sue parole, abbiamo sottolineato come egli abbia saputo individuare le caratteristiche salienti del sacerdote musicista di Gonnesa, ora mettendo l’accento sulla sua opera liturgica, ora rendendo conto dell’impegno didattico e compositivo dedicato alla chitarra. Ed è proprio a partire dalle considerazioni di Saracino sull’opera chitarristica di don Allori che vogliamo ricordarlo, perché gli diedero lo spunto per un’osservazione singolare, e fatta per di più su un compositore e un uomo di chiesa non conosciuto personalmente.
Ma andiamo per gradi e partiamo dalle considerazioni che ebbe a fare un’altra persona che non conobbe don Allori personalmente, ma solo attraverso la sua musica per chitarra, e che esegue i brani contenuti in questo post. Stiamo parlando di Marta Meloni, oggi suor Chiara Marta presso il monastero di clarisse Beata Vergine del Buon Cammino di Iglesias. Diplomatasi al liceo scientifico “G. Asproni” di Iglesias, in occasione degli 80 anni di fondazione dell’istituto contribuì alla pubblicazione celebrativa con un suo scritto intitolato Don Pietro Allori. Una vera e schietta biografia. In esso Marta raccontava come appunto avesse conosciuto il compositore (che era stato anche insegnante di religione presso il liceo) esclusivamente attraverso le sue composizioni per chitarra (strumento che studiava) e che, avendola incuriosita per la loro particolarità, la spinsero ad approfondire la conoscenza del loro autore. Il breve saggio fa emergere due aspetti della percezione di don Allori da parte della giovane chitarrista, e matematica: l’intento didattico e il senso polifonico.

Ritroviamo questi elementi anche nell’analisi che Egidio Saracino fece dell’opera chitarristica di don Allori quando ne parlò nel suo saggio Armonie del silenzio, ovvero il canto solitario di un’anima. Studio inedito sulla musica chitarristica di don Pietro Allori. In questo scritto del 2007 motivato anche dal lavoro svolto da Marta Meloni nel catalogare l’intero corpus chitarristico alloriano, Egidio ribadisce la sua visione del sacerdote musicista di Gonnesa:
«Un’altra intuizione, su cui personalmente abbiamo sempre insistito, è la conferma di una sorta di tridimensionalità dell’opera musicale di Allori: il sacerdote, il musicista, il figlio della terra di Sardegna. Proprio perché tutto il suo operare è sorretto da un unico pensiero, si scorge più compiuto e a tutto tondo il suo ritratto artistico che non possiede cesura alcuna, radicato com’è in un insieme di motivazioni di fede, di cultura e di sentimenti popolari. E continuiamo a pensare che la Sardegna, prima o poi, dovrà riconoscere a questo suo figlio, “nascosto” nel silenzio e nella solitudine, il posto che merita, anche per la fatica quotidiana d’aver “seminato” musica con la chitarra tra generazioni di giovani.»
Ci piace pensare che anche Egidio Saracino si sentisse radicato in un insieme di motivazioni di fede, di cultura e di sentimenti popolari, lui che con tanta acutezza ha sempre saputo tradurre in parole ciò che molti sentivano ascoltando una bella melodia, assistendo a una liturgia compita, ritrovandosi nelle piccole tradizioni quotidiane delle proprie origini.
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