Quem vidistis, pastores? Dicite, annuntiate nobis: quis apparuit? Natum vidimus et choros Angelorum collaudantes Dominum. Alleluia. Dicite, quidnam vidistis? et annuntiate nobis Christi nativitatem. Natum vidimus et choros Angelorum collaudantes Dominum. Alleluia. Diteci, chi avete visto, pastori? annunciate a noi, chi è giunto sulla terra? Abbiamo visto un bambino e cori di angeli che lodavano insieme il Signore. Alleluia. Diteci dunque chi avete visto? e annunciate a noi la nascita di Cristo. Abbiamo visto un bambino e cori di angeli che lodavano insieme il Signore. Alleluia.

Lettera Q dell’incipit del Responsorio al I notturno di Natale Quem vidistis pastores (dal Libro dei Corali del vescovo Carlo Pallavicino, XV sec., conservato presso la sacrestia del Seminario di Lodi e attribuito a Francesco da Castello)
Nel tondo della Q, tutta composta da foglie e frutti, si stende un vasto paesaggio nel quale si scorgono vari elementi: in primo piano sul prato è seduto un pastore con la zampogna, un altro pastore più lontano custodisce un gregge di pecorelle, di fronte un anacoreta legge, vicino a una rustica capanna, vestito di bianco con mantello marrone; sullo sfondo si vede un castello, delle piante e montagne con castelli e torri in vetta. Un angelo con un lungo cartiglio in mano attraversa volando il cielo. La testa che fa capolino all’orizzonte tra un monte e l’altro sta a significare la curiosità provocata dal richiamo degli angeli.
Questo reasponsorio di Tomás Luís de Victoria (1548 – 1611) è un brano dall’atmosfera quasi arcadica, tutto incentrato sulla delicatezza descrittiva della frase natum vidimus (abbiamo visto un bambino) e sullo stupore della frase et choros Angelorum collaudantes Dominum (cori di angeli che lodavano insieme il Signore). All’interiore fascino che prorompe dalla contemplazione dell’evento grandioso da parte dei pastori, segue la gioia degli Angeli, che celebrano, osannando, lo stesso evento. Il giubilo dei pastori e degli Angeli viene espresso da ripetuti Alleluia.

La Natività ) – Missa in Die Natalis Domini
(miniatura tratta dal Messale Visconteo (sec. XIV)
Biblioteca Capitolare della Basilica di S. Ambrogio in Milano
Dalla presentazione di mons. Enrico Cattaneo, docente di Storia della liturgia presso l’Università Cattolica di Milano, al concerto-meditazione del Coro dell’Università Cattolica di Milano diretto da Angelo Rosso sul mistero del Natale tenutosi l’11 dicembre 1980 nella basilica di s. Ambrogio
[…] Il cielo faccia scendere la rugiada che risvegli la natura e ne apra i fiori”. Isaia (48,5)
Il Figlio di Dio ci si presenta nella veste di un bambino. Sempre Isaia avverte: “non t’inganni la fragilità di tale creatura, perché sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato il messaggero del grande consiglio”(9,6) che ha deciso, anche nei particolari, l’operazione della nostra salvezza.
Certamente i pastori poterono constatare la verità dell’annuncio. Perché semplici pastori? Perché ai semplici pastori è affidato l’annuncio della redenzione? Anche Francesco d’Assisi dovette farsi semplice con la povertà per rinnovare al mondo l’annuncio del Crocifisso Redentore.[…]
Angeli con il liuto e pastori con le zampogne, attorno alla Sacra Famiglia raccolta nel presepio, suonano i loro strumenti e offrono al bambino la loro arte “spontanea”. La musica delle zampogne non si contrappone a quella prodotta dai liuti degli angeli: i pastori suonano, se non assieme, almeno simultaneamente ai liuti degli angeli: cielo e terra sembrano unirsi simbolicamente, davanti al Dio fatto uomo, anche attraverso i suoni.
Il mottetto a sei voci a cappella di Tomás Luís de Victoria, caratterizzato da una splendida densità armonica, evoca, idealmente, un mondo sonoro fatto di suoni semplici, spontanei e soprattutto “naturali”, rievocati con impareggiabile genio musicale e convinta fede.
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