Regina caeli, laetare
E’ il canto pasquale per eccellenza. Un tempo lo si cantava in piedi per significare la gioia per la Resurrezione. Con il tempo si prese l’uso di recitarla al posto dell’ Angelus nel tempo pasquale. Come avviene ancora oggi.
All’annunzio festoso della resurrezione di Gesù, il popolo cristiano sente il bisogno di comunicare la propria gioia alla sua madre celeste, tanto più che essa ha tanto pianto ai piedi della croce.
Chi ha composto questa antifona mariana (Goffredo, abate di Vendôme sec. XI ? ), non ha avuto bisogno di spendere molte parole, gli è bastato di fare sue le parole dell’angelo alle pie donne:
“È risorto, come aveva detto” (Mt 28,6).
Con questo avvenimento, la Madonna diviene Regina del Cielo, come a dire regina della gioia, del gaudio eterno dei beati, e perciò con tanta più fiducia ci si raccomanderà a lei, perché frapponga la sua intercessione, affinché anche noi possiamo partecipare al regno di eterna beatitudine.
La breve composizione va considerata soprattutto sotto l’aspetto devozionale verso Maria Santissima nell’ associarLa al trionfo della resurrezione di Cristo.
L’alleluia è una specie di ritornello del canto.
Regina del cielo, rallegrati. Alleluia. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia, è risorto come aveva promesso, alleluia. Prega il Signore per noi. Alleluia.
Gregor Aichinger (1564 – 1628) Regina caeli a 4 v.m.
Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643) Sancta Maria per organo e voce
Discussione
I commenti sono chiusi.