Attività

La cattedrale di Iglesias ha ricordato il 98° genetliaco di don Pietro Allori

INNO: Horis per actis undecim ruit dies in vesperum

(è passata l’undicesima ora e il giorno nel vespro declina)

Pietro Allori, Horis peractis undecim AP 604 (4 agosto 2015, cattedrale Santa Chiara di Iglesias, “In Chordis et organo” con la partecipazione di Emanuele Vianelli, organista titolare del Duomo di Milano, la Schola cantorum Pietro Allori di Alghero, il Gruppo vocale don Allori di Iglesias e i Coristi dell’Angelo di Milano)

È un canto a tre voci miste composto da don Allori per il vespro del venerdì (Liturgia delle Ore) che nello spazio architettonico della cattedrale di Iglesias diviene un’intensa preghiera vesperale capace di evocare un sentimento religioso assai devoto e spiritualmente profondo.

Il testo dell’inno fa riferimento alla giornata che sta per terminare e s’inquadra nella parabola degli operai presentata dal Vangelo di Matteo (20, 1-16). Ma la Chiesa ce la indica come la preghiera che ci mostra il lavoro compiuto per il Signore e la grande ricompensa che Egli tiene riservata nel cielo.

L’inno Horis peractis undecim (alternatim gregoriano) venne cantato da oltre 60 cantori convenuti nella cattedrale di Iglesias il 4 agosto 2015 per una veglia musicale in ricordo del 30° anniversario della morte.

Prima dell’ultimo canto della veglia musicale uno dei cantori pronunciò le seguenti parole:

«In questa veglia musicale siamo stati invitati a compiere un breve cammino spirituale mentre le ombre della sera, a mano a mano, sono diventate sempre più lunghe. Il nostro cuore, tramite la musica, si sente più pacificato prima che la giornata odierna raggiunga il suo esito.

Se è vero, come dice san Benedetto, che ogni giorno ha una sua vita particolare, una sua responsabilità, ebbene oggi, per noi qui riuniti nel ricordo di don Pietro Allori, maestro di cappella per 30 anni in questa cattedrale, questa giornata acquista un sapore davvero particolare di memoria e di speranza.

La musica ascoltata in questa cattedrale – come recita l’inizio dell’ultimo canto che i coristi stanno per intonare, l’inno Horis peractis undecim – intende fissare per tutti noi una responsabilità, quella della cura attenta e severa dell’autentica musica sacra. E, anche da un attento ascolto, nasce l’impegno di preservare la musica di don Allori nel tempo e in modo particolare in questo tempio in cui è nata e da cui ha preso ispirazione.

Siamo dunque invitati tutti a cantare: i cantori con la loro voce, e chi ascolta con il cuore e la mente, l’inno composto da don Allori per la sua cattedrale:

E’ passata l’undicesima ora e il giorno nel vespro declina, a te, Signore, che domini il tempo, devoto sale nel vespero il canto.

Nella tua vigna ha faticato il servo; ora non puoi negargli la mercede promessa.

Il tuo servo, don Pietro Allori, ha faticato nella tua vigna, nella sua cattedrale, componendo per essa belle armonie per lodarti. Donagli per questo il premio che gli spetta nell’ultima sera. Amen.»

Il canto a tre voci di quest’inno fu sintesi di un clima spirituale e artistico assai suggestivo, creato dalla tanta e bella musica corale e organistica che, per quasi due ore, riempì di grande armonia lo spazio della Chiesa profondamente amata da don Pietro Allori. È in tale temperie autenticamente liturgica e artistica che la parrocchia di S. Chiara di Iglesias, come ormai da diversi anni, ricorda il genetliaco di don Allori, così come è avvenuto sabato 20 maggio 2023 durante la Santa Messa prefestiva della festa dell’Ascensione.

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