Bach è la musica
La conclusione del suo primo biografo Johann Nikolaus Forkel di Medeer
Egli sosteneva che l’artista ha la facoltà
di plasmare il pubblico, non certo viceversa.
Capitava non di rado che lo si pregasse
di scrivere un pezzo semplice per il clavicembalo.
Rispondeva allora invariabilmente: “Vedrò quello
che posso fare.” Sceglieva di solito un tema facile,
ma sviluppandolo trovava sempre tanto da dire
che il pezzo finiva per diventare assai complesso.
Se poi venivano a lagnarsi che era troppo difficile,
Bach diceva sorridendo: “Studiatelo con molta
attenzione e vedrete, tutto andrà bene; avete anche
voi cinque dita per ogni mano, valide come le mie.”
Non era certo puro piacere di contraddizione, ma
lo spirito del vero artista che lo faceva ragionare così.
Ed è proprio questa concezione così genuina
dell’artista che condusse Bach verso l’eccelso ed
il sublime come suprema meta dell’artista.
Ed è grazie a questa mentalità che la sua musica non
soltanto ci piace e ci diletta, come ciò che è solo bello
e gradevole nell’arte, ma ci trascina irresistibilmente
nelle più alte sfere dello spirito. Essa non ci procura
solo un effimero piacere al momento dell’ascolto;
ma, al contrario, il suo fascino è tanto
più grande, quanto più ci è dato di riascoltarla.
(Johann Nikolaus Forkel Über Johann Sebastian Bachs
Leben, Kunst und Kunstwerke – pag. 69)
Ed. Bärenreiter-Verlag – Kassel 1999
Reprint der Erstausgabe Leipzig 1802
Archivio Musicale dell’Angelo
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